Quando si parla di social media marketing, si sentono spesso nominare i soliti Facebook e Instagram di proprietà dell’imprenditore miliardario Mark Zuckerberg. Ma Twitter che fine ha fatto? Conviene ancora iscriversi su Twitter nel 2019 per promuovere il proprio business? Difficile rispondere a questa domanda. In un mondo sempre più veloce, la popolarità del social dei cinguettii ha dovuto far fronte a diversi alti e bassi nel corso della sua storia, iniziata nel lontano 2006. Sicuramente il numero di utenti presenti nella piattaforma fanno ancora ben sperare in un uso del social molto radicato: tanto è vero che quest’anno si stima che gli utenti attivi su Twitter siano circa 321 milioni in tutto il mondo. Un dato ben lontano, però, dai 2,3 miliardi di utenti di Facebook comunque…!
Ma conviene ancora iscriversi su Twitter, quindi? Vediamo.
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Conviene ancora iscriversi su Twitter? La storia del social
La storia di Twitter è lunga più di 12 anni. Era marzo 2006 quando Jack Dorsey, Noah Glass, Biz Stone ed Evan Williams decisero di dar vita ad una piattaforma che potesse far comunicare in modo immediato gli utenti di tutto il mondo. Il tutto attraverso degli Short Message ( i classici SMS). All’inizio, doveva chiamarsi Twittr, in relazione al più fortunato Flickr. Poi si optò per Twitter, letteralmente “cinguettio di uccelli”, a significare il flusso di informazioni rapido e veloce che contraddistingue la piattaforma.
Dopo il suo lancio sempre nel 2006 (ma a luglio), il successo fu praticamente immediato. Nel giro di poco tempo si arrivò a 500 milioni di iscritti in tutto il mondo con 200 milioni di utenti attivi. E nel 2013, Twitter fu denominato addirittura “l’SMS di Internet”.
Non si può dire, però, che il social non abbia attraversato periodi di crisi nel corso della sua carriera. Solo l’anno scorso, infatti, circolava la voce di un rischio chiusura voluto nientemeno che dal padre fondatore della piattaforma, Jack Dorsey. Il motivo? Tanti utenti “parlano” di Twitter, ma in pochi decidono di iscriversi ed utilizzarlo. Secondo il CEO, infatti, il social è fin troppo testuale e probabilmente eccessivamente complicato da usare, a dispetto dei più intuitivi Instagram e Facebook. Senza contare gli scandali che hanno colpito l’azienda: accuse che hanno a che fare, in particolar modo, col fattore privacy tanto discusso anche con FB.
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Conviene ancora iscriversi su Twitter: sì ma con una strategia
Nel corso del tempo, il numero di iscritti su Twitter non ha avuto una crescita così determinante. Attualmente parliamo di “soli” 320 milioni di utenti attivi, un numero esorbitante sì ma poco significativo se paragonato ad altre piattaforme.
Iscriversi su Twitter per promuovere la propria azienda non è comunque cosa sbagliata, nonostante tutto. Basta semplicemente servirsi di alcune tecniche fondamentali per una strategia promozionale efficace e non fine a se stessa. Ecco le principali:
- Apertura di un account aziendale professionale con foto profilo di qualità e tutte le informazioni utili che riguardano l’impresa;
- Leggere sempre i trend del momento, vero punto di forza di Twitter, per scoprire cosa cercano e vogliono i tuoi potenziali clienti;
- Condividere post di promozione ma alternati a post curiosi ed informativi, per una pubblicità non troppo aggressiva e quindi noiosa;
- Promuovere gli eventi in real time (altro vantaggio di Twitter). Scrivere, cioè, post che raccontino cosa sta organizzando l’azienda e a quali manifestazioni sta partecipando, per creare un filo diretto con l’utente;
- Rispondere sempre a domande e/o dubbi, in modo tale da apparire professionali e attenti alle esigenze della clientela.
In questo modo, potrai promuoverti su Twitter (e non solo con i post Instagram e Facebook) sfruttando al meglio le potenzialità del social!